Festival 2022
Racconti di Altre Danze
Pratiche
Il Progetto Festival, nella sua direzione è creare spazio, aprire lo sguardo, regalare respiri rigeneranti, ma anche delineare un luogo fisico, inaspettato e fluido, significativo, che accolga le identità multiformi, capace di insinuarsi nella percezione quotidiana del vivere, abitabile, che scandisca il tempo della sosta, che permetta l’affacciarsi alla visione della danza. Il progetto festival per vocazione accoglie le Danze che abitano e rigenerano i linguaggi del corpo e della performance contemporanea. La direzione artistica guarda ad attivare a Livorno un ‘Luogo-Teatro’ che accolga e favorisca nuovi rapporti tra spettatore e artista, e tra arte e arte.
Il Festival Racconti Di Altre Danze è stato pensato, creato e diretto dalla sua nascita nel 2017 ad oggi da Chelo Zoppi e Elena Giannotti.
Il festival alla sua 6° edizione racchiude i cuori delle due curatrici, due donne appartenenti a differenti generazioni, ma accomunate dalla stessa idea rispetto al ruolo dell’arte contemporanea in generale, e nello specifico, relativo ai loro percorsi artistici e professionali, della danza nella crescita umana e culturale di un territorio. Una visione condivisa che individua nel senso di comunità, e nei percorsi che lo favoriscono, uno degli obiettivi fondanti del progetto. Una danza che guardi alla ricerca, all’indagine costante del corpo in relazione al contesto sociale e culturale, una danza colta che al tempo stesso intercetti un pubblico eterogeneo, attraverso modalità di esposizione che si insinuano nel tessuto della città, coinvolgendo i cittadini in modo diretto e attivo. Una scelta che prova a rigenerare i luoghi, ma soprattutto le menti, un’idea di festival che traghetti Livorno verso approdi prestigiosi, inserendosi in itinerari nazionali e internazionali.
Due linee guida di attuazione:
La prima dedicata allo spettacolo: Creazione, Ospitalità e Produzione
La seconda alla formazione: Workshops, Incontri e Attività per il Pubblico
ll Festival investe sulle progettualità e realtà artistiche nell’ambito della danza contemporanea d’autore sperimentale e di ricerca, nazionale e internazionale, con un’attenzione alle eccellenze locali in sinergia con i circuiti partner: Festival Inequilibrio Armunia, Democrazia del Corpo - Centro Nazionale di produzione della danza Virgilio Sieni, Meridiano Zero, Pilar Ternera, Mutamenti
Il Festival è Sostenuto da
Ministero della Cultura
Comune di Livorno – Assessorato alla Cultura
In collaborazione con
Fondazione Teatro Goldoni Livorno
NTC - Nuovo Teatro delle Commedie
Museo della Città - Luogo Pio Arte Contemporanea
Istituto Niccolini Palli
Università di Pisa - Facoltà Civiltà e forme del Sapere
Fondazione LEM- Livorno Euro Mediterranea
per DANZE DI CORTILE
Progetto vincitore del Bando Abitante Sostenuto da
Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni e dalla Fondazione CR Firenze
Sostenuto da
Fondazione Livorno
Comune di Livorno Ass. Politiche Sociali
in collaborazione con
Casalp
Centro Mondialità Sviluppo Reciproco
Esplorare il limite. Non fermarsi a ciò che è noto o appare tale. Andare oltre. Dal fortunato incontro avvenuto con il progetto Perpendicolare prende vita L’universo nella testa, creazione che sviluppa ulteriormente l’indagine tra linguaggi performativi, lavorando sui movimenti del coreografo e danzatore Daniele Ninarello e i brani della cantautrice Cristina Donà insieme al compositore e musicista Saverio Lanza che ne ha tessuto l'imbastitura sonora dando al tutto organicità.
“L'universo nella testa - spiega il coreografo - nasce rielaborando residui impigliati nel cuore dopo la nostra prima creazione Perpendicolare. Questo lavoro mescola brani nuovi e di repertorio, scores e costellazioni coreografiche”.
Il senso di gravità della danza fa da corpo motore, disegnando nello spazio scenico, attraverso i movimenti, rotazioni che creano un amalgama di cellule ritmiche verso un ondeggiare perpetuo del flusso creativo. Le canzoni più affascinanti di Cristina Donà – da “Universo” a “Il senso delle cose” fino a “Triathlon”, insieme a innesti evocativi quali “Across The Universe” dei Beatles – danno il sapore di una costellazione originale in cui perdersi, osservare e ritrovarsi in un continuo rapporto tra l’infinito del cosmo e l’essere umano. Le note delle composizioni risplendono nella danza e si riflettono in un equilibrio perfetto e vitale tra il registro intimo e l’emotività catartica del rock.