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FESTIVAL 2024

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HYPERACTIVE  
John  Scott

11 OTTOBRE   ORE 21     -      Teatro Goldoni 

Choreografia: John Scott

Luci: Eric Würtz

Musica: James Everest

Performers:

Vini Araújo, Boris Charrion, Yves Lorrhan, Favour Odusola, Adam O’Reilly

Rehearsal Director/Understudy Conor Thomas Doherty

 

HYPERACTIVE è un'installazione live di danza umana ad alta energia con un'energia selvaggia, di strada, "Hyperactive" è estremamente atletico, divertente ed emozionante. Portando il gioco e la danza al limite, questa coreografia ad alta energia presenta un cast diversificato di quattro eccezionali ballerini virtuosi, il cui background spazia da Broadway al centro città fino alla danza di strada afro-brasiliana. Presentato in anteprima al Galway Arts Festival 2013, al Dublin Dance Festival 2014 e al La MaMa Moves Dance Festival 2015. Tour irlandese: Visual GB Shaw Carlow, The Dock Arts Centre, Carrick-on-Shannon, Garage, Monaghan. HYPERACTIVE mostra un'istantanea della mascolinità e diversità irlandese contemporanea.

Con il supporto di Culture Ireland

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13 OTTOBRE   ORE 18,30      -       Teatro Goldoni

DANZA CIECA
Virgilio Sieni

di Virgilio Sieni

interpretazione

Virgilio Sieni, Giuseppe Comuniello

Collaborazione Artistica Delfina Stella

musiche originali eseguite dal vivo Spartaco Cortesi (elettronica)

luci Marco Cassini

produzione

Fondazione Matera-Basilicata 2019,

Compagnia Virgilio Sieni

Debutto: Matera 25 settembre, nell'ambito di Matera Capitale Europea della Cultura 2019

 

Danza cieca è un duetto interpretato da Virgilio Sieni e Giuseppe Comuniello, danzatore non vedente con cui il coreografo ha condiviso anni di ricerca e iniziazione al movimento. È una performance che esplora la natura del gioco quale dispositivo poetico e creativo che apre, e chiude, ogni tratto del movimento.

La danza nasce dall’incontro dei due corpi, dove la dilatazione dei tempi, lo sguardo rivolto allo spazio tattile e l’essere adiacenti l’uno a l’altro danno vita ad un continuum di posture e avvicinamenti che trasformano il corpo in un atlante inesauribile di luoghi democratici.

foto di Paolo Porto

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18 OTTOBRE   ORE 21   -    Spazio Atelier 

COME UNA POESIA
Collettivo _ A

Performance di danza e canto

Collettivo_A

con Asia Pucci ed Emiliano Nigi

concept di Chelo Zoppi
 

Spesso iniziamo così, con il nostro corpo che si adagia al suolo supinamente con le gambe volte verso le diagonali frontali in una sorta di divaricazione e extra rotazione naturale, senza alcuno sforzo articolare.

Il ventre si spinge verso il suolo immaginando che l’ombelico vi si posi cosicché  la bassa schiena possa a sua volta adagiarsi, e grazie a una leggera contrazione dei muscoli addominali profondi che sospingono la parete pelvica verso l’alto, si modifica dolcemente la curvatura lombare.

Le braccia aperte lateralmente sono all’altezza delle scapole, le mani appoggiate sul dorso il costatato abbassato e le fluttuanti, in linea perpendicolare alle creste iliache, si muovono dolcemente al ritmo naturale del respiro.

La schiena tutta si espande e il corpo rilascia il peso tutto nella terra , l’occipite sorregge il cranio che con leggerezza oscilla da destra e sinistra.

E da qui si inizia il movimento

L’Uomo Vitruviano di Leonardo Da Vinci inizia la sua danza, e come in una poesia il gesto perde la sua funzione per diventare bellezza.

Tutto accade nel momento: si serrano i gesti  e volano verso il canto.

Il  corpo incontra la voce, la voce che esce dal corpo, il corpo che risuona nelle viscere e nelle articolazioni, il suono muove  lo spazio e lo spazio accoglie il corpo;

l’incontro, la magia, l’incanto, la forza dell’ istante che apre radure e spiragli luminosi.

Il movimento è la canzone del corpo.

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18 OTTOBRE   ORE 22   -    Spazio Atelier 

BILLI
Nicola Cisternino

ConNicola Simone Cisternino

musiche originali eseguite dal vivo Spartaco Cortesi 

luci Massimiliano Calvetti

Consulenza Drammaturgica Elena Giannotti

Produzione - Twain-Centro di Produzione Danza.

Co-produzione - Movimento Danza - Organismo di Promozione Nazionale.

Sostegno alla Produzione - Vincitore bando ACASA / progetto di residenze coreografiche Centro di Rilevante interesse Nazionale per la Danza Scenario Pubblico /Compagnia Zappalà Danza,

Festival Racconti di Altre Danze / Atelier delle Arti.

Supporto al Progetto - Company Blu

 

BILLI è la prima tappa della ricerca coreografica ROI una speculazione sull'archetipo del Re, primo ed ultimo tra gli uomini, icona e soglia ontologica tra l’oltre, l’intuibile (divino, infernale che sia) ed il terreno, il sensibile. Tra le prime icone che ispirano questo processo, Elvis emblema del Rockabilly. Amplificando il contesto di spettacolarità il performer come polo di “ attrazione ” volge a una trasformazione alchemica, la carne trasmuta in calore, elettricità e magnetismo in una nuova composizione come corpo seduttivo, seducente, mutevole e vivo.

Foto di Jessica de Masi

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C'ERA TUTTA LA MATERIA DEL MONDO 3.1
Sara Sicuro

25 OTTOBRE   ORE 21     -      Spazio Atelier 

Ideazione, Coreografia, Danza, Regia, interviste docufilm Sara Sicuro 

Musiche Spartaco Cortesi  

Consulenza Drammaturgica Elena Giannotti 

Costume Santi Rinciari 

 Produzione Company Blu 

 Realizzato con il sostegno di Versiliadanza, Artinvita Festival Internazionale degli Abruzzi, Spazio Matta, Comune di Pescara, ChilleDelaBalanza, Comune di Tricase

C’era tutta la materia del mondo 1.3. è la terza tappa di una ricerca sulla gestualità, sul vissuto e sulle voci degli artigiani e dell’umanità nello svolgere mestieri antichi e sul valore meditativo del lavoro. Dopo aver realizzato un docu-film, da un nucleo di gesti raccolti è iniziato un processo creativo rivolto al corpo come materia generativa, al movimento e alle memorie primitive, biografiche e collettive. Nella preistoria dell’uomo un impulso teso al benessere collettivo ha generato la necessità di lavorare la materia e trasformarla. La coreografia dispiega una danza materica ed intima; uno stare in relazione tra il tangibile e l’intangibile; un paesaggio interiore che rivela nostalgia di un passato fatto di voci, gesti e comunità antiche.

Foto di Gabriele Termine

26 OTTOBRE   ORE 21     -      Spazio Atelier 

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SPAZIO INDIFESO
Chelo Zoppi e OAMI

26 OTTOBRE   ORE 21     -      Spazio Atelier 

Ideazione e Coreografia Chelo Zoppi

Contributo artistico Asia Pucci

Performance conclusiva del laboratorio di Atelier delle Arti

La vibrazione del verde in collaborazione con le/ gli ospiti della casa famiglia

Oami all’interno del progetto “ a Lezione di Fragilità “

Sostenuto dalla Regione Toscana e dal Ministero per le Politiche Sociali

Nel corpo di ognuno di noi è racchiusa la propria storia e quella di tutti i corpi, una sorta di archetipo e al tempo stesso un unicum.

La mia ricerca attraverso il linguaggio della danza, ormai da una ventina d’anni, indaga la Relazione, nella quale l’individuo manifesta il proprio “chi”, la sua Unicità, che può affermarsi come tale solo nella pluralità, in quello spazio in comune nel quale lo stare insieme, il confrontarsi e il presentarsi all’altro delinea la presenza dell’individuo nel mondo.

il mio intento è creare una comunità sempre più estesa in cui le differenti generazioni e provenienze si incontrino generando appunto relazioni, tenendo sempre una parte importante del focus sulla fragilità dell’essere umano, in ogni sua declinazione e aspetto.

In questi laboratori si offrono gli strumenti per creare un dialogo tra chi ha del corpo e della danza una conoscenza e un percorso tale da identificarsi come danzatore o performer e persone che vi per differenti motivi non ne hanno alcuna.

La relazione più importante che si crea è la Cura, quell’idea d’inclinazione che pone l'io fuori dal suo asse creando così una immediata dipendenza tra sé e ciò che esiste al suo di fuori: l’altro.

Il Corpo, attraverso questo incontro-contatto, diventa protagonista e strumento comunicativo, con il quale parlare e raccontare di sé, e depositario di un sapere universale comune a ogni essere umano.

La forza di gravità, la tattilità, il lavoro a coppie sulle articolazioni, il sentire dell’altro, il lasciarsi guidare, cogliere l’origine, muoversi e farsi agire a occhi chiusi, stare nel dettaglio del gesto, studiare piccoli movimenti all’unisono, sono tutte azioni che mettono l’incontro con l’altro al centro della ricerca artistica e umana che fonda e dà senso a questo laboratorio, pensato sin dal suo inizio, come una esperienza rivolta alla Creazione di coreografie nelle quali si svilupperanno sistemi funzionali, prese, contatti, adiacenze, spirali, che andranno a comporre il brano.

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PAS DE DEUX - Site Specific
Collettivo C.G.J. Giulio e Jari

27 OTTOBRE   ORE 18,30   -  Spazio Atelier 

ideazione C.G.J. Collettivo Giulio e Jari con Giulio Petrucci e Jari Boldrini 

musica Simone Grande


luci Gerardo Bagnoli

consulenza visuale Elisa Capucci


produzione Anghiari Dance Hub, Nexus Factory


 

progetto selezionato NID platform 2023
- progetto vincitore di DNAppunti Coreografici 2021 

sostenuto da Centro Nazionale di Produzione Virgilio Sieni, Operaestate Festival/CSC – Centro per la scena contemporanea del Comune di Bassano del Grappa, L’arboreto, Teatro Dimora di Mondaino, Fondazione Romaeuropa, Gender Bender – Festival di Bologna, Triennale Milano Teatro


con il contributo di ResiDance XL 2021, Anticorpi XL – luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche, sostenuto da ACS – Abruzzo Circuito Spettacolo, Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello – CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro), L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza EmiliaRomagna Network Giovane Danza D’autore

 

Due danzatori manovrano i propri corpi secondo traiettorie ora libere e leggere, ora decise e frammentate, reinterpretando il tema del pas de deux, sistema scenico che nella storia del balletto ha sempre messo in luce il profondo valore del legame e della relazione. Il passo a due viene rivisto come possibilità di liberare stati emotivi attraverso intenzioni, dinamiche e incastri spaziali. La performance di Giulio Petrucci e Jari Boldrini esplora un percorso di paesaggi visivi attraverso il corpo, attingendo a un immaginario senza tempo per trasmettere nuove forme di virtuosismo e ricreare scorci narrativi utopici. 

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3 NOVEMBRE ore 18,30 e ore 20  -  Spazio Atelier 

POEMS you wander the island
Aurelio di Virgilio

Foto di Alessandro Bartoletti

progetto di Aurelio Di Virgilio
performers: Lucrezia Palandri, Aurelio Di Virgilio
consulenza dramaturgica : Elena Giannotti
musica: Ivano Pecorini
disegno luci: Massimiliano Calvetti

styling e costumi: Giulia Geromel

poesia: Allison Grimaldi Donahue
supporto artistico e testi: Paola Granato

testo critico: Marta Federici

produzione esecutiva: Atelier delle arti - Livorno
co-produzione: Pilar Ternera

processo di ricerca: Più Erbacce / CIMD - Milano, Ricercax - Lavanderia a Vapore - con il supporto di: Centro di Residenza della Toscana (Fondazione Armunia Castiglioncello - CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro); SpazioK.Kinkaleri - Centro di Residenza Regionale; NaoCrea24 - Did Studio; Ariella Vidach AiEP - Residenza NAOcrea24; DiDstudio - Programma NAO24; Cango - Compagnia Virgilio Sieni. selezionato per FONDO2023, Santarcangelo Festival, curato da Tomasz Kireńczuk. (Shortlist)

Grazie a Massimiliano Barachini
 

POEMS è una performance ideata per far convivere corpi umani e non umani — sotto forma di calchi in argilla ed elementi scenici — con l'obiettivo di ripensare le ecologie delle relazioni e affrontare questioni legate alla soggettività e alla vocalità. Il cuore dell’indagine è la dedica: un linguaggio profondo e allucinato capace di evocare amori, delusioni e illusioni che aspirano a una persistenza. Oscillando tra versi invisibili, i corpi si aprono a una visione tesa su metriche alternate. Il tempo della poesia diventa il tempo dell’azione, frantuma il frammento e resiste al fluire dei movimenti, seguendo il componimento poetico scritto per l’occasione da Allison Grimaldi Donahue (poetessa e traduttrice). Come in una dedica che sopravvive, il corpo attraversa un sentiero per ascoltare, guardare, parlare e mentire.

8 NOVEMBRE dalle ore 21 - Nuovo Teatro delle Commedie

VISIONI INTIME 

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BIANCO – BROTE DIGITAL
G.Re

Ideazione, coreografia e danza: G. Re

Musica: Lucie Prod’homme

Produzione: Compagnia Arearea 2024

Il non personaggio di BIANCO – BROTE DIGITAL è fragile, appena nato, si muove in un non luogo ed è dotato di una coscienza corporea. Il pubblico assiste al viaggio che il non personaggio, in seguito ad un mutamento, intraprende all’interno della propria identità. Esso si muove tra vulnerabilità e forza, svelando la complessità del proprio animo, scoprendosi nuovo ma sempre uguale, accettando questa versione di sé. Il movimento è cucito direttamente sulle note del brano Tu es démasqué della compositrice Lucie Prod’homme.

Foto di Fabrice Pairault

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VARIAZIONE No 1
Sorelle di damiano

Ideazione, Coreografia: Sorelle di damiano

Interpreti  Simona Tedeschini, Sofia Pazzocco

Musiche live di Sofia Pazzocco

 

 "Con Variazione No.1, Sorelle di damiano propongono un tentativo di resistenza alla

narrazione, alla ricerca di significato, fin troppo cercati nella lettura di un’azione performativa.

Il lavoro esplora la relazione liminale tra corpo e suono nella quale la partitura sonora di un sintetizzatore incontra una danza decisa e dinamica. Questa produzione sfida l’idea di un racconto lineare e accessibile, portando in superficie l’essenza dell’esperienza umana senza la necessità di un racconto da dipanare o un tema da affrontare, offrendo la realtà per ciò che È". 

Cristoforo Maria Lippi

Foto di Pasquale Toscano

collettivo Dare to Share 3- foto Stefano Lanzardo.jpg

LASCIAMI CADERE
Dare to Share

Foto di Stefano Lanzardo

Coreografia Francesca Ginepro,

Interpreti Francesca Ginepro/Marco Cappa Spina

Musiche Nicola Pinelli

produzione Dare To Share Collective

 

Cadendo ci faremo necessariamente male? Oppure è solo una possibilità di ripercorrere un percorso all'indietro?

Che cosa sarebbe accaduto se non avessimo mai solcato le vette da cui siamo caduti? Sono questi gli interrogativi che muovono le motivazioni di “Lasciami cadere- Let me fall”. Per indagare una risposta andiamo a scomodare una delle storie più famose della mitologia, il mito di Dedalo e Icaro e della fuga dal labirinto di Minosse. Il lavoro che siamo andati a sviscerare oscilla fra le immagini oniriche dei due uomini costruttori di ali, le loro vicissitudini, il loro rapporto e il loro volo per la vita. Ma ancora di più la storia del loro volo è un pretesto per interrogarci sul tema dell'equilibrio, dieci minuti raccontano proprio la fase in cui Dedalo e Icaro prendono forza e si gettano dall'altissima Torre che si erge dal centro del labirinto. Un movimento a spirale verso il basso in una caduta libera discendente, scandita da dilatazioni temporali e suoni naturali distorti.

GUIDA AL VUOTO_PIENO

LA NATURA DEL VUOTO

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GUIDA AL VUOTO_PIENO

LA NATURA DEL VUOTO
Michela Pegoraro

Ideazione Coreografia: Michela Pegoraro

Interpreti: Michela Pegoraro (danzatrice) e Marco Ciscato (musicista)

Musiche dal vivo con didgeridoo, campana tibetana e voce

Produzione: Naturalis Labor, Annalisa Bannino, Iuvenis Danza, ARS Creazione e Spettacolo Mantova

 

“Finché la tua vita non nasce dalla spontaneità, dal tuo cuore vuoto, sarà solo superficiale e con ciò che è superficiale non potrai mai essere beato”. Osho, Discorsi 1953/90

Trovarsi in un momento di vuoto, solitudine, dolore, volto a toccare il fondo, porta spesso ad ulteriore vuoto e smarrimento entrando in una spirale che sembra non aver fine. Seppure difficile, e da pensare quasi impossibile, diventa allora importante fare l’esperienza del vuoto, sperimentare cosa può nascere da una situazione di totale stasi. Stasi che è apparente, poiché ascoltandosi e attraversando a pieno ciò che si sta provando, ci si può riscoprire infinite volte nella verità di un corpo e delle emozioni più assoluta. E così sarà sempre come disegnare un foglio bianco, e ricercare tale situazione di svuotamento diventerà quasi necessaria. Tornare ad una pulizia del corpo, quasi istintiva e non costruita, quasi animale. Tornare allora alla natura di cui facciamo parte e quindi alla natura del vuoto. Sicuramente è un vuoto tanto bello quanto difficile da ritrovare in noi stessi, spesso diventa necessario da cercare se si vuole sopravvivere e trovare la luce in un momento particolarmente brutto. Necessario ma che spaventa. Lasciarsi completamente attraversare dal dolore per poi risalire non è semplice, ma la forza è gratitudine che ne derivano sono importanti. In scena la danza vuole rappresentare questa crescita personale, e la musica accompagnerà questo processo diversificando anch’essa.

Foto di Elio Scardovelli

PLUTONE
Elisabetta Consonni

10 NOVEMBRE ore 18,30  Spazio Atelier 

Coreografia | Elisabetta Consonni

Performer | Olimpia Fortuni, Masako Matsushita, Marta Ciappina

Musica | Aftab Darvishi

Costumi | Lucia Gallone

Produzione | Fondazione Teatro Grande di Brescia

Con il supporto di | Industria Scenica - Residenza Rifugio Everest, Santarcangelo Festival, Manifattura K

 

 

Il mondo, secondo alcune opinioni, avrebbe dovuto finire invece ha continuato a cambiare.

Plutone, astronomicamente, ruota ai margini del sistema solare come pianeta non pianeta ma al contempo ha una densità tale che influenza la rotazione di Urano e Nettuno. 

Plutone suggerisce l’idea di centro mobile e in continuo cambiamento attorno a cui si costruisce un sè e da cui si cerca una relazione con quello che sta fuori da sè.

Plutone è individualità nella collettività.

Lo spettacolo è una composizione coreografica che esplora e provoca le relazioni centrifughe e centripete di tre corpi in movimento orbitale e costante nello spazio.

L’interazione tra i corpi in movimento genera un paesaggio ipnotico e celeste, una serie di evoluzioni concentriche punteggiate da incontri, un sistema di precisi contrappesi e distanze: i corpi in movimento sono infatti al tempo stesso centro gravitazionale e satelliti, legati l’un l'altro da una duplice e dialettica dipendenza. 

Plutone vuole essere una critica astratta alle gerarchie e alla prevaricazione come elementi costitutivi dell’organizzazione sociale e allo stesso tempo una rappresentazione contemplativa di un nuovo modello dove individualità e collettività sistemiche si compenetrano l’una con l’altra trasformando il conflitto in energie cinetiche trasformative. Un’utopia possibile, un ordine simbolico paritario e collaborativo, generato attraverso il filtro del femminile come posizionamento antitetico alla dualità oppositiva dei rapporti di potere.

Foto di Beatrice Arenella

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